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La Storia dei DEATH SS

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A brevissima distanza dalla ristampa riveduta de “Il Negromante del Rock” Tsunami dà alle stampe il secondo, poderoso volume dell’autobiografia di Steve Sylvester, intitolato semplicemente “La Storia dei Death SS (1987-2020)”. Come chiaro dal titolo, la narrazione si riallaccia direttamente a quanto raccontato nel primo volume, con un focus maggiore, rispetto alle numerose e affascinanti vicende personali del giovane Sylvester che facevano da tema centrale del precedente libro, sullo sviluppo dell’Entità (non solo musicale) Death SS, a partire dalla rinascita messa in opera dal leader stesso della band dopo la polverizzazione della prima incarnazione.

Il volume, come accennato, è di gran pregio: oltre 500 pagine, un apparato fotografico notevole, appendici e contributi di personaggi di rilievo (tra cui citiamo Tiziano Scalvi, Attila Csihar e Mortiis) e soprattutto il ritorno del racconto in prima persona da parte di Sylvester di oltre 30 anni di carriera e ricerca ininterrotta. Come nel primo volume, il supporto di Gianni Della Cioppa e Stefano Ricetti, giornalisti musicali di grande competenza e molto legati alla band, nulla toglie a un racconto molto candido, diretto, che non trascura nessun episodio o particolare, anche dei più trucidi o di quelli che, spesso, non vengono citati per evitare polemiche o “infangare”, in qualche modo, le biografie delle band più blasonate. Ma nella natura stessa dei Death SS, l’onestà – artistica e intellettuale – è un valore fuori discussione, e così possiamo leggere di tutti i cambi di formazione e delle motivazioni musicali e personali di tali scelte, dell’enorme investimento, in termini creativi ed economici, che Steve ha profuso nella sua amata creatura, dei numerosi ‘botti’ che ci si poteva ben aspettare da anni da una band originale e unica, che pure ha sempre superato lo status underground, ahimè, solo in termini di oggettivo culto da parte dei fan sparsi in tutto il mondo. E ancora, almeno una riflessione esplicita da parte di Sylvester sull’eterno tema della fama di menagrami, che abbiamo trovato molto divertente ed encomiabile per il tono e la sufficienza con cui, pur avendone subito le conseguenze mediatiche in varie occasioni, l’artista pesarese ha saputo fare spallucce e imparare a riderne. E poi, come giusto di fronte a una band che è sempre stata “larger than life“, la costante e sotterranea presenza dell’Entità, la forza evocata più o meno consapevolmente nel 1977 che sta alla base come uno spirito guardiano dell’esperienza dei Death SS. Con tutti i pro e contro del caso, come si evince da numerosi episodi quasi inspiegabili che hanno caratterizzato la storia della band.

Tra dettagliate ricostruzioni delle attività in studio, brevi ma succosi report di quasi ogni concerto tenuto negli anni, esperienze personali, frustate, tette a vista e tanto, tanto impegno, il racconto che emerge è quello di una band che – non vorremmo ripeterlo ancora, ma tant’è – meritava sicuramente una fama e un successo ben superiori. Ma della cui conoscenza e nazionalità possiamo ben essere orgogliosi, leggendo queste pagine, che nonostante la mole, si divorano tutte d’un fiato, come un appassionante romanzo gotico.

  • Autore: Steve Sylvester con Gianni Della Cioppa e Stefano Ricetti
  • Anno: 2020
  • Pubblicato da: Tsunami Edizioni
  • Pagine: 544
  • Prezzo: € 26,00

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